Animali selvatici in pericolo
Animali selvatici in pericolo
Da tempo gli animali selvatici non vivono più nella natura incontaminata. Gli effetti diretti e indiretti delle attività umane possono essere avvertiti ovunque, soprattutto nei territori densamente popolati e intensamente coltivati come la Svizzera. È necessario conoscere ed evitare questi pericoli diretti e indiretti.
Alcune specie animali sembrano curarsi poco della presenza degli esseri umani, anzi, i cosiddetti seguaci culturali ne traggono addirittura beneficio. Altre specie reagiscono invece in modo molto sensibile ai disturbi causati dall’uomo o sono fortemente influenzate dalle nostre attività.
Ogni anno il traffico miete innumerevoli vittime fra gli animali. A essere particolarmente colpiti sono cervi, volpi, ricci, rane e rospi. Una guida prudente può ridurre il rischio di incidenti. I cerbiatti sono messi particolarmente a rischio delle falciatrici durante la fienagione in primavera.
Le recinzioni rappresentano un problema diffuso per la fauna selvatica, in particolare quelle gestite e mantenute in modo errato e utilizzate in aree con un elevato passaggio di animali selvatici. Anche le reti di protezione per uccelli nei vigneti e frutteti rappresentano un potenziale pericolo, se non utilizzate correttamente, sia per gli uccelli che per gli animali di piccole dimensioni come ricci e lucertole.
Gli animali selvatici dovrebbero essere disturbati il meno possibile anche durante il tempo libero o le vacanze. In particolare, le attività all’aria aperta possono avere un impatto enorme sugli animali selvatici, soprattutto nei periodi sensibili in inverno o durante il corteggiamento e l’allevamento dei piccoli. Inoltre, anche durante le vacanze, bisogna mantenere un approccio attento verso gli animali selvatici. Bisogna assolutamente evitare le offerte in cui gli animali selvatici vengono torturati, esibiti o utilizzati come soggetti fotografici.
Potenziale pericolo per gli animali
Pericolo – Fuoco
Falò del 1° agosto: si possono attuare queste misure per proteggere gli animali salvatici
I fuochi grandi e luminosi, che riempiono di gioia molte persone, hanno anche un lato oscuro: ogni anno decine di migliaia di piccole creature come ricci, topi, toporagni, orbettini, serpenti, tritoni, salamandre, rospi, ma anche insetti, ragni e lumache bruciano nelle cataste di legna. Per alcuni animali selvatici, le cataste secche rappresentano un rifugio presumibilmente sicuro o un luogo ideale per deporre le uova. Ad esempio, per le bisce dal collare, che in questo periodo cercano luoghi adatti per le loro covate. Deporre le uova nelle cataste di legna significa morte certa per i genitori e la loro prole. O per i ricci che amano scegliere le cataste di legna come nascondigli, esse diventano un pericolo letale.
Come si può accendere comunque un falò senza mettere in pericolo gli animali selvatici?
Con un po’ di attenzione e una preparazione adeguata, si può evitare che brucino vivi andando incontro a una morte inutile. Ci sono fondamentalmente due modi per proteggere gli animali:
- Falò più piccoli
Non accatastare o almeno disporre la legna raccolta fino al giorno dell’accensione, cioè il 1° agosto. Infatti, basta che ci sia una notte nel mezzo e gli animali notturni possono rifugiarsi dentro il mucchio di legna. Successivamente non vengono spaventati né dal rumore né dai colpi.
- Falò più grandi
Le cataste di legna più grandi vengono spesso accumulate con diverse settimane di anticipo e non possono essere spostate con semplicità; pertanto, attorno alla catasta di legna, viene realizzato un recinto di protezione.Questo per evitare che gli animali si nascondano nel mucchio di legna. Una recinzione protettiva del genere può essere eretta rapidamente e viene rimossa solo poco prima dell’accensione (1 – 2 ore prima). Questo metodo è ideale anche per i falò molto grandi.
Il corretto utilizzo della recinzione protettiva
Prestare attenzione ai seguenti punti:
- Il recinto di protezione deve esse alto 30 – 40 cm e liscio.
- Recinto in plastica autocostruito: infilare dei pali di legno (listelli), alti 30 – 40 cm, a intervalli regolari attorno alla catasta di legno. Inclinare leggermente i pali verso l’esterno in modo che il recinto sia inclinato (più difficile per gli animali da scavalcare). Fissare un nastro di plastica largo circa 50 cm ai pali con una striscia piatta (Bostich, graffette o chiodi). Non inchiodare la plastica direttamente sui perni, altrimenti potrebbe strapparsi facilmente. Interrare la plastica a circa 5 – 10 cm di profondità in modo che gli animali non possano insinuarsi sotto di essa. Il modo più semplice per farlo è con una pala: piantare la pala, spostarsi brevemente avanti e indietro e premere il materiale del recinto nella fessura creata. Il recinto si smonta rapidamente e può essere riposto arrotolato per l’anno successivo.
- Recinto di protezione per anfibi: queste recinzioni vengono erette lungo le strade in primavera. Sono ideali anche per questo scopo, poiché sono veloci da montare e robuste. Probabilmente una recinzione del genere potrebbe essere disponibile nel vostro comune o in quello limitrofo oppure presso un’organizzazione locale per la protezione degli animali o del territorio.
- Rimuovere il recinto di protezione poco prima dell’accensione (1 – 2 ore)! In caso contrario il materiale plastico si soglie.
Collegamenti
Pericolo – Attività outdoor
Cresce il numero di coloro che amano andare nella natura per praticare sempre nuove attività nel tempo libero, come il free ride in montagna in inverno, la mountain bike nei boschi o librarsi nell’aria con il parapendio. Troppo spesso si dimentica però che i nostri luoghi del divertimento all’aperto sono l’habitat naturale degli animali selvatici. La crescente occupazione delle nostre Alpi con infrastrutture turistiche rende sempre più rari i posti in cui gli animali selvatici possono ritirarsi in tutta tranquillità.
Praticare gli sport all’aperto rispettando gli animali selvatici
Ma non tutte le attività umane all’aperto sono fonte di stress per gli animali selvatici: infatti, molto dipende da dove, quando e come sono praticate. Di seguito si approfondiscono i più frequenti tipi di sport e le altre attività, illustrando in quali situazioni e secondo quali modalità incidono sugli animali selvatici e suggerendo anche come praticarli nella maniera più rispettosa possibile degli animali.
Sci fuori pista (free ride, elisci)
Gli sportivi che praticano il free ride possono spaventare gli animali selvatici nelle zone in cui sono in letargo nei propri luoghi di svernamento, e costringerli a improvvise fughe con enorme dispendio di energie. Basta infatti una sola fuga nella neve alta per indebolire e mettere in pericolo cervi o caprioli. Inoltre, gli sciatori fuori pista passano sopra le tane nella neve di pernici bianche e lepri bianche, mettendo a repentaglio la vita degli animali al loro interno. Il disturbo causato dal rumore soprattutto dei voli sporadici di elicotteri, a cui gli animali non sono abituati, nonché gli sciatori che scendono dagli elicotteri, arrivano a minacciare gli animali selvatici molto lontano dalle usuali zone turistiche, compromettendo anche gli ultimi rifugi di tranquillità in cui gli animali selvatici non sono abituati alla presenza dell’uomo.
Raccomandazione:
Chi non vuole rinunciare del tutto allo sci fuori pista, dovrebbe perlomeno pianificare accuratamente le escursioni. Nel sito internet «Chi rispetta protegge» (www.respektiere-deine-grenzen.ch) sono segnalate tutte le zone protette e le zone di tranquillità per la fauna selvatica in Svizzera: in tali aree è proibito entrare! Va da sé che bisogna prestare attenzione alle segnalazioni di pericolo sulla situazione delle valanghe (le valanghe uccidono l’uomo alla pari degli animali e possono distruggere i loro quartieri invernali protetti); inoltre non bisogna fare rumore superfluo fuori dalle piste e, nell’ottica della protezione delle Alpi, si dovrebbe rinunciare all’elisci.
Escursioni sciistiche e con le racchette da neve
Anche le escursioni sciistiche e con le racchette da neve penetrano nelle regioni finora precluse all’uomo. In particolare, i pendii delle montagne orientati a sud con boschi non troppo fitti, ricoperti da una sottile coltre nevosa e caratterizzati da un soleggiamento più lungo, sono molto allettanti sia per gli ungulati come luoghi di svernamento sia per gli escursionisti con le racchette da neve. Il margine boschivo superiore è l’habitat naturale dei fagiani di monte e delle lepri bianche, particolarmente sensibili al disturbo causato dall’uomo nel periodo invernale.
Raccomandazione:
Le escursioni sciistiche vanno pianificate con cura. Nelle apposite cartine per le escursioni sciistiche e nel sito web www.chi-rispetta-protegge.ch sono segnalate sia le zone di tranquillità della fauna selvatica sia i corridoi da usare per aggirarle. In generale bisogna tenersi molto lontano dai luoghi di svernamento degli animali selvatici (in caso di dubbio, rivolgersi ai guardiacaccia locali).
Parapendisti, base jumper e affini
I parapendisti e i deltaplanisti possono avere un impatto notevole sul comportamento e sulla ripartizione territoriale degli animali selvatici. Lo stesso vale anche per chi pratica il volo con tuta alare e per i base jumper, nonché per gli alianti che volano a bassa quota. Camosci e stambecchi che si trovano in spazi aperti di solito reagiscono ai parapendisti con lunghe fughe fin dentro il bosco o sotto speroni di roccia dove trovano riparo. È sufficiente anche un solo sorvolo per scacciare gli animali per molte ore; Inoltre, i pendii delle montagne regolarmente sorvolati dall’uomo non vengono più usati come habitat naturale. Per gli animali selvatici sono molto problematici i voli al di sopra del limite della foresta e la sera al crepuscolo: per la cova delle aquile reali, dei gipeti barbuti, dei falchi pellegrini, dei gufi reali e dei gracchi corallini sono problematici i disturbi nelle immediate vicinanze del nido.
Raccomandazione:
I voli/lanci possono essere limitati dai Comuni dal punto di vista temporale, stagionale o territoriale (stabilire punti ufficiali di lancio e itinerari fissi di volo; emanare divieti di sorvolo delle zone di tranquillità degli animali selvatici; finestra oraria dalle 11.00 alle 18.00; divieto di voli e lanci a maggio/giugno, ovvero il periodo del divieto di caccia alla selvaggina in cui, solitamente, vi sono anche svantaggiosi venti convettivi e, quindi, i voli a bassa quota risultano particolarmente problematici)!
Comunque, anche in assenza di prescrizioni specifiche, è opportuno che parapendisti, base jumper e aliantisti si attengano ai seguenti principi:
- Prima del volo, informarsi sulla posizione delle zone protette e delle zone di tranquillità della fauna selvatica ed evitare di sorvolarle
- Se si avvistano animali selvatici, virare altrove e non avvicinarsi
- Ispettare i voli di difesa delle aquile reali e dei gipeti barbuti allontanandosi subito
- Non avvicinarsi mai ai luoghi dove, notoriamente, gli uccelli hanno il nido per la cova (anche i base jumper dovrebbero evitare le pareti rocciose usate dagli uccelli: eventualmente chiedere prima informazioni al guardiacaccia locale)
- Prestare particolare attenzione soprattutto in inverno e in primavera, quando gli animali selvatici sono molto sensibili ai disturbi causati dall’uomo.
Arrampicata/alpinismo/bouldering
Gli scalatori si spingono fino negli habitat naturali degli animali selvatici, altrimenti preclusi all’uomo. Rocce e montagne d’alta quota sono però i siti di cova di alcune specie protette di uccelli (ad es. il gufo reale, il gipeto barbuto, il falco pellegrino, il gracchio corallino, il picchio muraiolo) e i rifugi degli ungulati (camosci, stambecchi). A volte, basta già una sola arrampicata nel luogo di cova di questi uccelli per indurli ad abbandonare il nido e i piccoli. Gli itinerari alpinistici battuti regolarmente (in particolare le vie ferrate fisse per l’uso a scopo turistico) scacciano gli stambecchi e i camosci dai loro rifugi, necessari per ruminare in tutta tranquillità, proteggersi dai nemici o passare l’inverno.
Raccomandazione:
Rispettare le zone di tranquillità e le zone protette per la fauna selvatica. Per i tragitti in salita e discesa in montagna, utilizzare le vie e i sentieri presenti. Non fare rumore inutile, attenersi agli itinerari noti e rispettare il divieto di accesso alle pareti rocciose nel periodo di cova degli uccelli. Allontanarsi dalle pareti rocciose vicino ai punti di foraggiamento degli animali selvatici e ai margini boschivi al più tardi un’ora prima dell’inizio del crepuscolo. Tutto ciò vale ben inteso anche per alpinisti e appassionati di bouldering!
Canyoning
Prima di essere masse d’acqua da percorrere, i torrenti di montagna sono innanzitutto l’habitat naturale di molti animali. Nel substrato di ghiaia grossa prosperano le larve di tricotteri e vermi vorticatori, il nutrimento di base di pesci come la trota di fiume, il salmerino, la sanguinerola e lo scazzone. Le trote depongono le uova nel substrato ghiaioso, dove si sviluppano le larve di pesce. Gli affossamenti profondi nell’alveo dei fiumi (chiamati anche tonfani), in cui la corrente è più calma, servono ai pesci da nascondiglio e da zone di tranquillità. Le rive sono l’habitat naturale del merlo acquaiolo e della salamandra nera; nelle gole nidificano il picchio muraiolo e la rondine montana. I continui disturbi causati dagli sportivi outdoor più avventurosi possono mettere a repentaglio questo habitat naturale. A essere particolarmente sensibili al disturbo sono i pesci: smuovendo e infangando il substrato ghiaioso e fangoso si distruggono infatti i siti di riproduzione dei pesci e le colonie di animali di cui si nutrono. I pesci adulti dal comportamento territoriale come la trota di fiume (tra l’altro a rischio estinzione) possono venire scacciati dal canyoning.
Raccomandazione:
Addentrarsi nelle gole solo in piccoli gruppi. Il numero di gruppi al giorno per ogni luogo va limitato (richiederlo all’organizzatore delle escursioni)! Rispettare le zone protette ed evitate di fare rumore inutile. Non discendere i torrenti di montagna per conto proprio. Utilizzare unicamente i tragitti di salita e discesa già esistenti. Cercare, nella misura del possibile, di non creare vortici sul fondo ghiaioso o fangoso del fiume e non addentrarsi mai nei tonfani.
A passeggio con il cane
Secondo la Statistica federale sulla caccia, ogni anno tra i 600 e i 900 (!) caprioli vengono sbranati da cani randagi o a spasso senza guinzaglio. Anche un piccolo cane bassotto o terrier può trasformarsi in un grande pericolo per caprioli o lepri! A essere particolarmente minacciati sono i caprioli, perché viste le loro dimensioni più piccole sono facili prede dei cani; ciò vale in particolare per i cuccioli in primavera, quando i cani che corrono liberi se li trovano davanti nell’erba alta. Ma anche in inverno i disturbi causati dai cani sono un grande problema perché gli animali selvatici costretti a fuggire sprecano moltissima energia preziosa. Caprioli e lepri sono talmente sensibili allo stress che una fuga in preda al panico può causare loro addirittura un infarto. Inoltre, durante gli inseguimenti gli animali selvatici rischiano di finire sulla strada e di venire travolti dalle vetture. Ma anche per i cani le cacce a inseguimento comportano rischi: infatti i guardiacaccia hanno il permesso di abbattere i cani che dimostrano ripetutamente una spiccata propensione a braccare animali selvatici!
Raccomandazione:
Sui sentieri per passeggiate, in generale i cani vanno tenuti al guinzaglio. Rispettare in particolare l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio durante il periodo del parto dei caprioli (maggio, giugno) – nella maggior parte dei Comuni svizzeri l’obbligo del guinzaglio vale addirittura da aprile a luglio – e non lasciare il proprio cane libero di correre attraverso i prati falciabili! Solo i cani con un’attitudine mansueta, che si lasciano richiamare in qualsiasi momento, possono essere lasciati senza guinzaglio nei campi aperti o sui sentieri al di fuori del bosco. Assicurarsi di mantenere il contatto visivo e di chiamata con l’animale.
Mountain bike
I ciclisti causano un notevole disturbo agli animali selvatici: spesso arrivano all’improvviso, solo con un preavviso brevissimo, e si spingono fino in zone molto remote; quando passano a tutta velocità o in grandi gruppi provocano notevole disturbo con rumori (freni, richiami ad alta voce) e per come appaiono e per la loro velocità possono sembrare minacciosi agli occhi degli animali selvatici. E se quest’ultimi stanno camminando lungo i sentieri escursionistici (usati spesso da caprioli o camosci), in caso di incontri improvvisi, vi è il rischio di collisione.
Raccomandazione:
Rimanere nelle piste per mountain bike indicate con cartelli e rispettare i divieti di accesso nonché le zone di tranquillità della fauna selvatica. Guidare la mountain bike sempre solo a una velocità tale da essere in grado di frenare in modo controllato, se necessario. Evitare di fare baccano inutilmente e non mettersi mai a inseguire in bicicletta gli animali selvatici! Se ci si trova di fronte un animale selvatico, fermarsi e aspettare finché se ne è andato via oppure scendere dalla sella e, lentamente, passargli accanto spingendo la bici. Ricordarsi di richiudere dietro di sé eventuali recinzioni di pascoli o cancelli!
Sport acquatici e pesca alla lenza: Gli uccelli acquatici necessitano per la cova delle uova e per allevare i piccoli, così come per la muta delle piume e lo svernamento, di spazi protetti tutto l’anno sui laghi e sui corsi d’acqua, dove non dovrebbero essere disturbati da barche a motore, surf o nuotatori. Anche chi pratica la pesca alla lenza dovrebbe avere riguardo nei confronti degli animali!
Raccomandazione:
Gli uccelli acquatici necessitano per la cova delle uova e per allevare i piccoli, così come per la muta delle piume e lo svernamento, di spazi protetti tutto l’anno sui laghi e sui corsi d’acqua, dove non dovrebbero essere disturbati da barche a motore, surf o nuotatori. Anche chi pratica la pesca alla lenza dovrebbe avere riguardo nei confronti degli animali!: è ovvio che in occasione delle gite in barca occorre rispettare le zone protette sull’acqua. Chi pratica il surf o guida una barca a motore, oppure a vela o a remi, un pedalò o una canoa dovrebbe, se possibile, girare molto lontano dai grandi assembramenti di uccelli o, almeno, ridurre drasticamente la velocità in fase di avvicinamento. Chi pratica il kitesurf dovrebbe rimanere esclusivamente nelle zone destinate a tale sport o, se queste non sono ben definite, tenersi lontano da canneti e luoghi di sosta degli uccelli. Zone particolarmente delicate sono, nel periodo della nidificazione e della muta delle piume in primavera ed estate, i canneti dei laghi dell’Altopiano svizzero e dei fiumi a scorrimento lento. Il canneto ospita i nidi degli uccelli ed è un rifugio per i piccoli uccelli, così come per gli adulti che, durante il cambio delle piume, devono fare attenzione a preservare le riserve di energia per la migrazione autunnale. Eventuali disturbi dentro i canneti o attorno ad essi possono costringere gli uccelli a fughe improvvise, rendendoli vulnerabili nei confronti dei predatori naturali (volpi, rapaci) e obbligandoli a consumare troppe energie. Anche i nuotatori dovrebbero tenersi lontani dai canneti! In generale vale la regola secondo cui non bisogna lasciare rifiuti sulle rive (quindi, neppure vecchie lenze per la canna da pesca né ami), non bisogna dare da mangiare agli uccelli acquatici e bisogna avere riguardo per le rive (ad es. evitando di inoltrarsi nella vegetazione ripariale fitta).
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Pericolo – Proteggere i cuccioli di capriolo durante lo sfalcio dell’erba
La statistica sulla caccia evidenzia che ogni anno in Svizzera vengono uccisi dalle falciatrici circa 1’700 cuccioli di capriolo. Il numero supposto dovrebbe essere molto più alto. È tuttavia possibile salvare i giovani caprioli da questa morte atroce.
Esistono delle misure preventive?
Fino a che punto è possibile impedire ai caprioli di nascondersi nei prati in cui sarà falciata l’erba? Le opinioni degli esperti sono contrastanti. È necessaria una buona conoscenza dei prati a rischio e del comportamento dei caprioli nonché una stretta collaborazione fra agricoltori, cacciatori ed eventualmente volontari per la protezione degli animali e della natura per individuare in tempo le zone a rischio e agire di conseguenza.
Le seguenti osservazioni lasciano intuire una situazione di pericolo:
- prati con una vegetazione fra i 30 e i 130 cm di altezza
- femmine di capriolo che nel periodo del parto ritornano ripetutamente nello stesso prato
- femmine di capriolo che reagiscono al fischietto che imita i richiami di aiuto dei cuccioli di capriolo. Ma: il fatto che nessuna femmina reagisca ai richiami non significa che non ci siano veramente dei cuccioli di capriolo!
Per tenere lontane le femmine di capriolo, il giorno prima della falciatura vengono apposti sui pali del prato dei nastri di alluminio o di plastica svolazzanti o dei CD (per abbagliare), oppure gli animali vengono tenuti lontani con essenze come l’odore dei predatori (cosiddetti copri odore). Può essere anche d’aiuto falciare i margini più esterni del prato il giorno prima in modo che il capriolo, impaurito da questa azione, sposti eventualmente i suoi cuccioli. Tuttavia, l’efficacia di queste misure non è assoluta. I cuccioli di capriolo cercano istintivamente l’erba alta e non si lasciano dissuadere – diversamente dalle femmine – neanche dall’odore dei nemici o dai nastri svolazzanti. Le femmine reagiscono in modo diverso ai tentativi di scoraggiamento e il rischio di assuefazione è elevato. Le misure preventive da sole non sono perciò sufficienti per evitare con certezza gli incidenti!
Anche adeguando il metodo di falciatura è possibile ridurre il rischio di incidenti. Si consiglia di falciare sempre il campo dall’interno verso l’esterno. Se il campo è ubicato lungo una strada, bisogna falciare via da essa, mentre se esso si trova nei pressi di un bosco, si deve falciare in direzione di quest’ultimo.
Come si possono individuare i cuccioli di capriolo?
Multicottero: Nel metodo di salvataggio dei cuccioli di capriolo BFH-HAFL, il velivolo (drone, multicottero), controllato da un pilota automatico, vola sui prati da falciare e registra la temperatura del suolo con una telecamera termica. Le immagini vengono trasmesse in diretta a uno schermo presso il pilota, dove i cuccioli appaiono come macchie chiare nel prato scuro a causa della loro temperatura corporea. La loro posizione sul campo viene salvata e verificata dopo la ricerca. Anche in questo caso è importante che l’azione venga effettuata il più presto possibile al mattino, prima che il campo si riscaldi e la differenza di temperatura rispetto al cucciolo non diventi troppo ridotta. L’Associazione Salvataggio Caprioletto Svizzera offre voli gratuiti di salvataggio dei cuccioli di capriolo per gli agricoltori. La PSA supporta questa campagna con la propria flotta di droni, che vengono messi a disposizione dei piloti. La rete di squadre di volo per il salvataggio dei cuccioli di capriolo è in costruzione e non è ancora disponibile su tutto il territorio. Ciononostante, nel 2021 è stato già possibile salvare oltre 2’500 cuccioli di capriolo grazie a questo metodo.
Salvatori di selvaggina ISA
Si tratta di un’asta telescopica estraibile in alluminio, del peso di quasi 5 kg e della lunghezza di 5,5 m, alla quale sono fissati a intervalli regolari 10 sensori a infrarossi. Quando si attraversa il prato, l’apparecchio viene portato all’altezza dello stomaco o del petto (ad almeno 1 m da terra) su una comoda cintura. La persona che esegue la ricerca percorre il prato secondo linee regolari. Se uno dei sensori scopre una fonte di calore, suona un segnale di avvertimento e nella console viene segnalato sul display quale rilevatore ha emesso il segnale. È vantaggioso utilizzare il dispositivo nelle prime ore del mattino quando il calore corporeo del cucciolo di capriolo si distingue ancora nettamente dal terreno più fresco. Il salvatore dei cuccioli di capriolo ISA è distribuito in Svizzera dalla ditta Zootechnik Rüti Sagl.
Sensori a infrarossi sulla falciatrice
In Germania la ditta Claas ha sviluppato a tale scopo un braccio a sensori che viene applicato lateralmente sulla falciatrice. Questo metodo con braccio applicato ha tuttavia degli aspetti negativi (vibrazioni, interruzione del taglio dell’erba a ogni (falso) allarme), e rappresenta un’opzione solo per i campi molto grandi e pianeggianti.
Barra con sensori ottici
Con Sensosafe, l’azienda Pöttinger ha sviluppato un metodo che rileva otticamente il terreno e, se viene rilevato un pericolo, avverte visivamente e acusticamente il o la conducente in cabina. Il trattore deve quindi essere arrestato il più rapidamente possibile e/o la falciatrice sollevata. Nel caso della versione con falciatrice frontale, l’unità falciante viene alzata automaticamente in caso di pericolo. Questo principio con i sensori ottici e l’illuminazione integrata è in grado di funzionare indipendentemente dalla luce diurna e dalla temperatura ambientale. Le prime esperienze all’estero sono promettenti e nella primavera del 2022 si svolgeranno i primi interventi con questa nuova tecnologia anche in Svizzera.
Che cosa si deve fare con i cuccioli di capriolo trovati?
I cuccioli di capriolo non devono essere toccati a mani nude, perché alla madre potrebbe dare fastidio l’odore dell’essere umano. Inoltre, i cuccioli di capriolo non sarebbero più inodore per i predatori. Bisogna quindi sfregare per bene le mani con terra ed erba fresca e i cuccioli di capriolo vanno sollevati solo indirettamente con uno strato protettivo fatto di erba. In linea di principio si può procedere in due modi con il cucciolo di capriolo:
- Segnare il luogo del ritrovamento e lasciare il cucciolo di capriolo sdraiato sotto una cassetta di legno. Spostare la cassetta nella corsia tagliata e proseguire con il taglio dell’erba (può essere problematico in caso di grande calore e rumore della macchina).
- Portare il cucciolo di capriolo in una cassetta di legno al bordo del prato o del bosco e depositarlo in un luogo protetto da alcuni cespugli. Rimetterlo in libertà dopo la fienagione. La madre cerca i suoi cuccioli la sera anche ai margini del prato o del bosco per allattarli e li porta poi quasi sempre in un nuovo nascondiglio.
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Pericolo – Traffico stradale e animali
Ogni ora sulle nostre strade viene investito e ucciso un capriolo. Ogni anno vengono segnalati circa 20’000 incidenti che coinvolgono animali selvatici ed è probabile il numero di casi non segnalati potrebbe essere elevato. Gli animali non prestano attenzione al traffico. Nel loro istinto, le strade non sono riconosciute come categoria di pericolo. Devono sperimentare in prima persona i pericoli della strada – e spesso con esito fatale. Nel nostro paese densamente popolato, la ricerca di cibo o del partner costringe però gli animali selvatici ad attraversare spesso le strade. Gli incidenti avvengono anche con mucche, cavalli, cani e gatti, se gli automobilisti non sono abbastanza prudenti.
Quali animali sono coinvolti?
Caprioli, cervi e cinghiali:
Questi animali vanno in giro soprattutto di sera e di notte. Nella maggior parte dei casi si incontrano caprioli e cervi femmine con i loro cuccioli, caprioli maschi e femmine, o una madre con i suoi cinghialetti. Ma anche interi branchi di cinghiali o cervi attraversano le strade. Attenzione: quasi sempre il primo capriolo o cinghiale sono seguiti da un secondo o da un terzo animale! Branchi di femmine di cervi seguono il capobranco sulla strada.
Volpi, tassi, martore, linci, ricci:
Di notte è facile che dall’automobile questi animali furtivi non vengano visti. Sono in pericolo soprattutto gli animali giovani e inesperti. Attenzione: di notte si spostano molti animali, anche nei centri abitati.
Uccelli:
Uccelli rapaci e corvidi si nutrono spesso di animali investiti che giacciono sulla strada. Attenzione: gli uccelli che piombano giù o volano via possono venire a trovarsi in prossimità dell’automobile in movimento!
Cani e gatti:
Durante i loro giri, i gatti attraversano spesso la strada. Nei centri abitati bisogna prepararsi a incontrare anche dei cani. Attenzione: nelle località e in particolare nei quartieri residenziali occorre tenere conto degli animali da compagnia che girano liberamente!
Anfibi:
Il tempo umido e caldo della primavera è il periodo delle migrazioni degli anfibi, che si dirigono verso i loro luoghi di riproduzione. Attenzione: nelle notti di primavera si incontrano migliaia di rane e di rospi sulle strade. Osservare i segnali di avvertimento, guidare lentamente o evitare del tutto le strade interessate.
Mucche, pecore, cavalli:
Nelle zone agricole e in particolare in montagna è facile incontrare sulle strade mandrie di bestiame soprattutto all’inizio dell’estate e in autunno. Anche chi va a cavallo o in carrozza devono essere rispettati dal traffico. Fermarsi fino a quando un gregge ha attraversato la strada. Sorpassare mandrie, persone a cavallo o carrozze solo lentamente e mantenendo un’abbondante distanza di sicurezza. Attenzione: non suonare mai il clacson.
Quando sussiste maggiore pericolo?
Alcune situazioni sono ad alto rischio di incidenti con animali. Un conducente consapevole di questi pericoli può evitare gli incidenti adeguando la guida.
Ore del mattino e della sera:
Nel crepuscolo del mattino e della sera sono in giro molti animali selvatici, e la visuale degli automobilisti è limitata. Guidare sempre con i fari accesi e prestare la massima attenzione!
Di notte:
Gli animali attivi di notte si vedono male al buio o vengono visti troppo tardi e restano immobili sulla strada accecati dai fari. Guidare sempre a una velocità tale da consentire di fermarsi entro il tratto di strada visibile.
In primavera:
In questa stagione molti animali sono alla ricerca del partner o intraprendono le prime uscite con i loro piccoli. I giovani caprioli maschi sono alla ricerca del territorio, e nei combattimenti fra maschi gli animali che hanno la peggio fuggono spesso «in modo avventato» sulla strada.
In estate:
Soprattutto in montagna, anfibi e rettili approfittano delle strade riscaldate per scaldarsi. Sulle strade si possono perciò incontrare rospi, lucertole oppure serpenti.
In autunno:
Evitare le regioni nelle quali sono segnalate le battute di caccia. La fauna selvatica in fuga o i cani che la inseguono possono trovarsi improvvisamente davanti alle vetture.
In inverno:
In inverno anche cervi o camosci trascorrono molto tempo nelle valli. Caprioli e cervi amano leccare i resti di sale dalle strade. Al buio vengono spesso riconosciuti troppo tardi e investiti.
Cosa fare se nonostante tutto avviene un incidente?
Anche agli automobilisti più attenti può accadere di avere un incidente. Conformemente alla legge nel caso di incidenti che coinvolgano la fauna selvatica cacciabile (cervo, capriolo, cinghiale, volpe, tasso, martora) o specie animali protette (lince, lupo, uccelli rapaci) occorre informare senza indugio la polizia e, nel caso di animali domestici, il proprietario dell’animale (a condizione che sia noto o che possa essere identificato, ad es. attraverso il collare). Chi non effettua la segnalazione è perseguibile penalmente!
1. Fermarsi subito e accendere i fari di emergenza.
2. Mettere in sicurezza il luogo dell’incidente (triangolo di emergenza). Se l’animale è fuggito, segnare il luogo dell’incidente.
3. Informare la polizia – indipendentemente dal fatto che si tratti di incidenti con animali selvatici o domestici (la polizia mobilita gli specialisti). Tel. 117. Chi non è pratico della zona, dovrebbe utilizzare come mezzo di orientamento i lampioni situati ai bordi della strada. Sono provvisti di numeri di identificazione che possono essere utili alla polizia e al guardiacaccia.
4. Trascinare gli animali morti verso il bordo della strada afferrandoli per le zampe posteriori. Eventualmente scattare prima delle foto (soprattutto nel caso di animali domestici), cercare dei testimoni.
5. Non avvicinarsi in nessun caso a un animale selvatico! L’importante è non cercare di aiutare da soli un animale selvatico ferito. La vicinanza dell’uomo lo impaurisce e peggiora lo stress e la sofferenza; le ferite possono aggravarsi in seguito a tentativi di fuga o di difesa.
In caso di collisione con animali più piccoli come ricci, corvi e altri uccelli o anfibi e rettili, gli autisti responsabili controllano anche, ove possibile, se l’animale è ancora vivo e se bisogna avvertire la polizia / il guardiacaccia in modo che un animale gravemente ferito possa essere salvato professionalmente. Meglio una segnalazione in più che una in meno! Gli animali che sono fuggiti possono soffrire per giorni a causa di gravi ferite e morire in agonia da qualche parte. È possibile cercare e salvare gli animali solo se le collisioni vengono segnalate immediatamente. È importante essere in grado di fornire al guardiacaccia informazioni sullo svolgimento dell’incidente e sulla direzione in cui è fuggito l’animale. Questo consente di rintracciare il più velocemente possibile l’animale ferito con il cane segugio.
Questioni assicurative
I danni materiali al veicolo vengono rimborsati a condizione che sia stata stipulata un’assicurazione con casco parziale o totale e che l’incidente sia stato subito segnalato alla polizia e verbalizzato. L’automobilista deve rispondere della responsabilità oggettiva anche nel caso di collisione con animali. L’automobilista, rispettivamente il suo assicuratore per la responsabilità civile, deve perciò assumersi una parte della responsabilità, anche senza colpa propria. Se ad es. un cane finisce da solo sotto la macchina, l’assicurazione dell’automobilista deve assumersi due terzi dei costi che il proprietario del cane dovrà sostenere. La quota a carico di quest’ultimo aumenta solo se può essere dimostrata una sorveglianza insufficiente da parte sua. Se l’animale non sopravvive all’incidente, il proprietario potrà richiedere un risarcimento per danni morali. Nel caso di piccole ferite, l’automobilista si assume spesso la quota dell’assicuratore per evitare una retrocessione nella scala dei bonus.
I danni risultanti alla macchina dalla collisione sono coperti dalla polizza casco parziale e rientrano nella categoria «incidenti con animali», che comprende sia gli animali domestici sia quelli selvatici. Se il conducente schiva l’animale, un eventuale danno (ad es. in seguito alla collisione con un albero o il guardrail) non sarà considerato come danno provocato dalla fauna selvatica e sarà coperto solo se il conducente ha stipulato un’assicurazione con casco totale.
Collegamenti
Pericolo – Reti di protezione per uccelli e dei vigneti: delle trappole mortali
Nei vigneti e nei frutteti, le reti protettive scelte e montate in modo non corretto costituiscono un pericolo mortale nei confronti degli uccelli, ricci e rettili. Questi ultimi si impigliano nelle maglie e muoiono di sete, soffocano o diventano facili prede dei predatori. La Legge federale sulla protezione degli animali attribuisce ai gestori dei vigneti la responsabilità di evitare le sofferenze degli animali causate da reti installate in modo errato.
Raccomandazioni sull’uso delle reti di protezione per uccelli:
- Utilizzare le reti solo se è necessario e utile.
- Se è necessaria una rete, preferire le reti laterali.
- Le misure per tenere lontani gli uccelli e le reti devono essere installate precocemente all’inizio della maturazione dei frutti.
- Scegliere reti dai fili molli e dai colori chiari e appariscenti.
- Fissare bene le reti e badare che siano sempre tese.
- Sovrapporre i bordi e chiudere le aperture.
- Non lasciare al suolo reti o parti di reti non fissate.
- Arrotolare strettamente i resti delle reti e fissarli ai filari in modo che gli animali non
- possano restare impigliati.
- Controllare regolarmente e coscienziosamente le reti, liberare gli animali impigliati.
- Rimuovere le reti subito dopo la vendemmia.
Reti laterali:
Presso i rivenditori specializzati sono disponibili diverse reti monouso (reti per balle di fieno) e reti riutilizzabili. Le reti laterali correttamente installate sono innocue per uccelli e altri animali. Si raccomandano reti dai fili molli, di colore chiaro e appariscente (blu, verde) e con maglie di 30-40 mm al massimo. Le reti laterali correttamente installate rappresentano il minimo pericolo per gli animali selvatici. Con la giusta dimensione delle maglie, è possibile proteggere l’uva anche da vespe e moscerini dell’aceto.
Was tun bei schlecht verlegten Netzen und verhedderten Tieren?
Un nuovo modulo di segnalazione ha lo scopo di contribuire a garantire che le reti per vigneti installate in modo errato siano riconosciute, segnalate ufficialmente e quindi rapidamente migliorate. In caso di animali morti nelle reti, questa indicazione è importante per il perseguimento penale da parte degli organi esecutivi cantonali. Il modulo di segnalazione è disponibile su:
Se si scoprono degli animali ancora vivi nelle reti, devono essere liberati immediatamente. Se ciò non fosse possibile entro 1 o 2 minuti, tagliare un’ampia area della rete e portare gli animali in una stazione di cura (indirizzi tramite Protezione Svizzera degli Animali PSA).
Collegamenti:
Pericolo – Recinzioni sicure per animali da reddito e selvatici
Gli animali intrappolati nelle recinzioni subiscono sofferenze atroci. La lotta per la sopravvivenza è spesso lunga e infruttuosa. A essere particolarmente pericolose sono le recinzioni trascurate e prive di manutenzione e le reti da pascolo che non vengono controllate quotidianamente.
Ogni anno tra 3’000 e 4’500 animali selvatici trovano una morte atroce nelle recinzioni. Il numero di animali feriti è probabilmente tre o quattro volte superiore. Il solo Cantone di Berna ha registrato nel 2018 105 caprioli morti nelle recinzioni. Oltre ai caprioli, tra le vittime frequenti di questi incidenti ci sono cervi, camosci, volpi, lepri, faine, cinghiali, cigni reali e nibbi reali. L’analisi della problematica dei sistemi di recinzione ha prodotto risultati chiari. Oltre il 70% degli animali morti è deceduto in agonia nelle recinzioni per i pascoli. Le reti a nodi e le recinzioni metalliche erano un problema minore, ma comunque responsabili per ben il 6,5% dei decessi.
Una buona recinzione…
- è ben tesa, racchiude solo le superfici necessarie e viene smontata rapidamente non appena termina la sua funzione.
- rappresenta un confine visibile e riconoscibile per gli animali al pascolo (nastri d’avvertimento nei colori visibili all’occhio animale).
- mantiene gli animali selvatici «nocivi» lontano dalle colture o dai gruppi di animali da reddito.
- è visibile agli occhi della fauna selvatica che – per quanto ciò sia possibile e utile – può essere permeabile.
- non causa ferite né agli esseri umani né agli animali.
- può essere facilmente rimossa alla fine del pascolo (recinzione amovibile).
Recinzioni problematiche
Filo spinato
Il filo spinato è poco visibile e molto pericoloso per gli esseri umani e gli animali a causa delle punte acuminate. Gli animali selvatici e quelli al pascolo possono ferirsi quando saltano oltre una recinzione con filo spinato, vi passano sotto o vi corrono incontro. Gli animali selvatici muoiono spesso in modo atroce a causa di queste ferite.
Soluzione:
Rinunciare al filo spinato: esistono alternative pratiche, sicure e facili da installare, come ad es. recinzioni a cordoncino fisse estensibili.
Recinzioni con reti metalliche semplici o annodate
Per gli animali selvatici di grandi dimensioni, tali recinzioni costituiscono ostacoli insuperabili. Per questo motivo sono utilizzate ad esempio lungo le autostrade, per evitare incidenti che coinvolgano animali. A seconda della larghezza delle maglie, c’è tuttavia il pericolo che gli animali vi restino impigliati quando cercano di attraversarle.
Soluzione:
Rinunciare per quanto possibile a queste recinzioni. Ad ogni modo, impiegarle solo in situazioni sorvegliate, ad es. per proteggere frutteti o pascoli permanenti nelle immediate vicinanze dell’azienda agricola. Controllarle ogni giorno!
Reti da pascolo
Questo sistema di recinzione ha l’effetto di una trappola. Gli animali che vi si impigliano non hanno nessuna possibilità di riuscire a liberarsi da soli.
Soluzione:
Evitare le reti da pascolo ogni qualvolta sia possibile. Ad ogni modo, impiegarle solo in situazioni sorvegliate e temporanee, ad es. per proteggere il bestiame. Controllarle ogni giorno! Le recinzioni da pascolo non sono adatte al pascolo permanente e devono essere smontate immediatamente se non utilizzate, al più tardi dopo una settimana.
Recinzioni consigliate:
Non esistono sistemi di recinzione completamente privi di problemi. Per la fauna selvatica, una recinzione rappresenta pur sempre una chiara limitazione del proprio habitat.
Recinzioni fisse: eventualmente elettrificate o con un filo metallico aggiuntivo elettrificato;
la potenza non deve essere troppo elevata e va adeguata alla specie animale.
Recinzione mobile (elettrificata) a più fili (es. SmartFence): ben adatta se installata professionalmente; rimozione dopo il pascolo.
Le richieste della Protezione Svizzera degli Animali PSA sono chiare: le recinzioni devono essere controllate quotidianamente durante il pascolo. Le recinzioni non più utilizzate o mantenute devono essere rimosse immediatamente. Il filo spinato dovrebbe essere generalmente vietato.
Coloro che installano recinzioni sono responsabili del loro funzionamento e del loro stato. Gli agricoltori e gli allevatori di animali responsabili sono rispettosi sia degli animali al pascolo sia degli animali selvatici quando erigono ed effettuano la manutenzione delle recinzioni. E gli agricoltori e gli allevatori di animali responsabili si informano sulle varie opzioni, sui tipi di recinzione adatti a seconda delle specie animali e della situazione e sui possibili pericoli dei diversi sistemi di recinzione.
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Che cosa bisogna fare con gli animali selvatici feriti e malati?
Ogni anno migliaia di giovani animali selvatici feriti e malati vengono consegnati da amanti degli animali ai centri di cura specializzati. Ma non sempre gli animali selvatici apparentemente bisognosi necessitano dell’aiuto dell’uomo – e a volte un presunto «salvataggio» fa più danni che altro! Qui sono elencati dei suggerimenti su come valutare in maniera corretta situazioni frequenti e agire in modo giusto per il benessere degli animali.
Aiutare gli animali selvatici: quando e perché?
Mentre alcune persone preferiscono lasciare che la natura faccia il suo corso e generalmente si astengono dall’aiutare gli animali selvatici che sono malati o affamati, e vedono anche questo come una limitazione della «selezione naturale», chi si batte per la protezione degli animali sente l’obbligo etico di aiutare le creature sofferenti. Sfortunatamente, la maggior parte delle persone è molto soggettiva riguardo agli animali che aiuta: animali domestici piuttosto che animali selvatici, mammiferi e uccelli piuttosto che anfibi o pesci, e specie protette piuttosto che presunti parassiti…!
Aiuto dal punto di vista del benessere degli animali
Dal punto di vista della protezione degli animali, l’aiuto è opportuno e ragionevole in presenza di almeno una delle seguenti circostanze:
- Quando l’essere umano e le sue attività sono la causa delle sofferenze non volute ed evitabili degli animali (ad es. incidenti stradali, animali impigliati in recinzioni da pascolo, uccelli che sbattono contro lastre di vetro);
- Quando l’animale ha una chance realistica di sopravvivenza e quindi può essere curato e rimesso in libertà;
- Quando l’animale deve essere liberato in modo rapido e umano dalle sue sofferenze.
Buono a sapersi
- Anche quando si presta aiuto agli animali va evitato, nel limite del possibile, di causare sofferenze aggiuntive (operazioni, detenzione in cattività, handicap permanenti), di incutere paura (durante la cattura) o di provocare altri danni (per esempio una detenzione inadeguata in cattività) oppure possono essere giustificate dallo scopo della prestazione d’aiuto.
- In linea di principio, gli animali selvatici non possono essere catturati e detenuti senza autorizzazione. Naturalmente fa eccezione l’assistenza temporanea in caso di emergenza!
- In linea di principio i vertebrati non possono essere abbattuti da non professionisti, perché questi ultimi non sono in grado di garantire un abbattimento privo di dolore.
- Chi cattura animali selvatici e li detiene senza autorizzazione – anche con l’intenzione di aiutare – si rende perseguibile penalmente.
- I centri di cura riconosciuti (centri di cura per ricci, uccelli, ospedali veterinari, ecc.) sono in possesso di un’autorizzazione per custodire animali selvatici e curarli.
Avete trovato un animale selvatico ferito o malato?
Punto di vista della protezione degli animali si dovrebbe assolutamente informare subito il guardiacaccia! (tramite la Polizia 117 o il Comune).
Casi frequenti
Ricci
I ricci vengono ritrovati soprattutto nel tardo autunno e in primavera, quando le provviste di cibo sono insufficienti per affrontare il letargo invernale, o quando si svegliano in primavera denutriti o sottoalimentati. Anche i ricci malati (infestati da parassiti, con problemi polmonari) sono relativamente frequenti. I giovani ricci rimasti orfani hanno bisogno di aiuto.
- Wann und wie handeln? Winterigel mit weniger als 300 g Körpergewicht, von Parasiten befallene oder kranke (hustende, abgemagerte) Tiere, verletzte Tiere sowie verwaiste Nestjunge benötigen Hilfe. Tiere mit Handschuhen aufheben und in Kartonkiste setzen.
- Wem melden? Der nächstgelegenen Igelpflegestation. Zusätzlich den Wildhüter informieren.
Verlinkung: MB Igel kennen, Igel schützen
Giovani uccelli
Non tutti i giovani uccelli che giacciono a terra o siedono sui rami apparentemente indifesi hanno veramente bisogno di aiuto! Molti hanno solo abbandonato il nido divenuto troppo stretto (cosiddetti «novellini») ma continuano a essere nutriti dagli animali adulti. Soprattutto i giovani gufi e gli uccelli rapaci hanno raramente bisogno di aiuto! Nella maggior parte dei casi, basta portare l’animale fuori pericolo (traffico, gatti) e metterlo su un ramo o su una recinzione.
- Quando e come agire? Giovani uccelli portati a casa dal gatto o i cui genitori sono morti (o che non ricompaiono dopo un’ora); giovani uccelli feriti o assiderati; giovani anatre, smerghi maggiori, cigni smarritisi in città e sulle strade; giovani rondoni o rondini che giacciono a terra o che sono imprigionati nelle soffitte. Trasportare gli uccelli in una scatola di cartone imbottita. Non nutrire gli uccelli fino alla consegna – il cibo sbagliato peggiora la situazione! Va bene dare dell’acqua agli animali.
- A chi va effettuata la notifica? Al centro di cura per uccelli o animali selvatici più vicino; inoltre va informato anche il guardiacaccia.
Uccelli feriti e debilitati
Lastre di vetro, condutture elettriche o aggressioni da parte di gatti possono provocare gravi ferite alla testa, alle ali, alle parti molli o alle zampe. Anche malattie, fame o avvelenamenti dovuti a pallini da caccia debilitano gli uccelli e li mettono in difficoltà.
- Quando e come agire? Giovani uccelli portati a casa dal gatto o i cui genitori sono morti (o che non ricompaiono dopo un’ora); giovani uccelli feriti o assiderati; giovani anatre, smerghi maggiori, cigni smarritisi in città e sulle strade; giovani rondoni o rondini che giacciono a terra o che sono imprigionati nelle soffitte. Trasportare gli uccelli in una scatola di cartone imbottita. Non nutrire gli uccelli fino alla consegna – il cibo sbagliato peggiora la situazione! Va bene dare dell’acqua agli animali.
- Mantenere la calma durante la cattura, se possibile spingere l’uccello in una nicchia o contro la parete, evitare movimenti bruschi e toccare gli animali con delicatezza. Per la cattura di grandi uccelli in grado di difendersi (uccelli rapaci, ardeidi, cigni), indossare dei guanti e stare attenti agli occhi, gettare un panno o una giacca sull’animale oppure utilizzare una rete. Effettuare il trasporto in una scatola di cartone con fori per l’aria.
- Gli uccelli che sono andati a sbattere contro lastre di vetro vanno messi con delicatezza in una scatola di cartone che va collocata in un luogo protetto e scuro (non esposto direttamente al sole o al freddo intenso) – a condizione che l’animale non presenti delle ferite palesi (fratture, ferite alla testa) e abbia bisogno di aiuto immediato. Se dopo una o due ore l’uccello non si è ripreso e non cerca di volare via di propria iniziativa o tiene sempre la testa inclinata, va portato in un luogo in cui venga curato.
- A chi va effettuata la notifica? Per gli uccelli rapaci, gufi, galliformi, anatre, oche e cigni feriti bisogna assolutamente mettersi subito in contatto con il guardiacaccia! Per gli uccelli più piccoli, contattare il centro di cura per uccelli più vicino.
Pipistrelli
Talvolta si trovano pipistrelli debilitati oppure un gatto porta a casa un pipistrello ancora vivo. Alcuni di loro si ingarbugliano nelle tende o restano attaccati alle trappole per mosche. I pipistrelli attivi durante il giorno potrebbero essere malati.
- Quando e come agire? I pipistrelli catturati dai gatti sono quasi sempre feriti, anche se da fuori non si vede niente. Questi animali devono essere portati al più presto in un centro di cura o dal veterinario. Collegamenti: www.fledermausschutz.ch. I pipistrelli entrati per sbaglio in casa trovano quasi sempre il modo per uscire se si lascia la finestra spalancata durante la notte, si spengono le luci e si chiudono le porte. Liberare con le forbici gli animali rimasti impigliati e portarli al centro di cura. Estrarre dall’acqua i pipistrelli caduti nelle fontane o piscine, avvolgerli in un asciugamano e portarli al caldo. Se la sera non volano via da soli nonostante l’aiuto prestato (collocare la scatola di cartone in un luogo rialzato, inserire un pezzo di legno su cui possano arrampicarsi e una rampa di decollo), portarli al centro di cura.
- A chi va effettuata la notifica? Stiftung Fledermausschutz Schweiz. Per sicurezza informare anche il/la guardiacaccia. Il centro di cura per uccelli, ma anche in questo caso è consigliabile informare il/ la guardiacaccia.
Cuccioli di volpe e di faina
Dato che faine e volpi vivono come seguaci culturali nelle nostre città,
accade spesso di trovare i loro cuccioli nei giardini, nei fienili o nelle soffitte. Prima di intervenire bisogna tuttavia essere sicuri che i giovani animali abbiano bisogno d’aiuto. All’età di circa tre mesi abbandonano infatti il nido di propria iniziativa ed effettuano le prime escursioni. La madre non è sempre visibile perché deve procurare il cibo!
- Quando e come agire? Quando un giovane animale viene ritrovato al di fuori del nido / di un edificio ancora palesemente indifeso (ha gli occhi chiusi e/o striscia sulla pancia, ha il passo incerto, guaisce) e la madre rimane lontana per più di un’ora; o quando un cucciolo è ferito, malato (naso chiuso, occhi lacrimanti, regione anale sporca) o assiderato (brividi, corpo nettamente più freddo della mano).
- A chi va effettuata la notifica? Al/alla guardiacaccia. Quest’ultimo/a contatterà il centro di cura per animali selvatici più vicino. Gli animali giovani vengono quasi sempre accolti e curati.
Scoiattoli, Ghiri
Nidicoli di scoiattoli o ghiri cadono talvolta dal nido e vengono ritrovati da persone che passeggiano o da proprietari di giardini. Talvolta la madre trova i cuccioli e li riporta nel nido; quasi sempre, tuttavia, questi giovani animali sarebbero persi. Nella maggior parte dei casi vanno perciò aiutati.
- Quando e come agire? In caso di nidicoli che vengono ritrovati al di fuori di un nido; nonché in caso di animali feriti o assiderati. Vanno avvolti con delicatezza in un panno, messi in una scatola di cartone e fatti curare al più presto da professionisti.
- A chi va effettuata la notifica? Al/alla guardiacaccia. Quest’ultimo/a si assicurerà che l’animale venga consegnato al centro di cura per animali selvatici (www.wildstation.ch) più vicino. Gli animali giovani tornati sani grazie alle cure possono quasi sempre essere rimessi in libertà con successo.
Rettili e anfibi
Rospi, serpenti e orbettini vengono spesso investiti sulle strade o mutilati da tosaerba o gatti. Non ci sono centri di cura specializzati per anfibi e rettili feriti. La maggior parte dei veterinari non è in grado di prestare aiuto.
- Quando e come agire? In seguito alla mancanza di possibilità di cura e alla difficoltà di abbattere questi animali in modo corretto, rettili e anfibi dovrebbero essere lasciati in pace. In caso di ferite di poco conto, p. es. code o dita mozzate, (che all’occhio umano appaiono talvolta più drammatiche di quello che sono), rettili e anfibi dispongono di una sorprendente capacità di curarsi da soli. Se si trova un animale gravemente ferito si dovrebbe contattare almeno un guardiacaccia o la sezione locale della karch (www.karch.ch) che potrebbero conoscere delle persone specializzate nella zona, in grado di occuparsi dell’animale.
- A chi va effettuata la notifica? Ha senso effettuare una segnalazione alla polizia quando su un tratto stradale sono state investite diverse dozzine di rane o rospi. Il tratto di strada in questione può essere segnalato e almeno l’anno successivo vi potrà essere apposta una recinzione per rane.
Chi si assume i costi?
Chi porta un animale selvatico malato o ferito da un veterinario o in un centro di cura, è considerato in linea di principio come il committente e deve perciò farsi carico anche delle spese. Se non vuole assumersi i costi per il trattamento, deve comunicarlo al momento della consegna dell’animale. In questi casi i centri di cura effettueranno ugualmente il trattamento, dato che di regola sono in grado di finanziarsi con le donazioni. La situazione è diversa per quanto riguarda i veterinari: in questo caso potrebbero rifiutarsi di curare l’animale ferito, poiché la legge non li obbliga a prestare aiuto. Se il veterinario o la veterinaria è però membro della Società dei veterinari svizzeri, lo statuto dell’associazione impone loro di prestare sempre i primi soccorsi all’animale. Sono tuttavia esclusi interventi costosi e lunghe degenze presso lo studio.
Conclusione
Vanno evitate le misure adottate di propria iniziativa per il bene degli animali selvatici malati o feriti come la cattura e il trattamento privato, l’abbattimento arbitrario per «liberarli» dalle sofferenze o l’accompagnamento da un veterinario senza avere informato prima il guardiacaccia. Occorre mettersi direttamente in contatto con il guardiacaccia, la polizia e con i centri di cura responsabili per la specie e fare curare l’animale da specialisti.
In caso di dubbi telefonare alla polizia o alla locale associazione per la protezione degli animali, che sono in grado di indirizzare subito le persone dagli organi competenti o avviare le prime misure.
Ulteriori informazioni su Animali selvatici in pericolo
Stiftung Fledermausschutz Schweiz, Zoo Zürich
Zürichbergstrasse 221
8044 Zürich,
Fledermaus-Nottelefon 079 330 60 60
www.fledermausschutz.ch
Stiftung Wildstation Landshut
Stiftung Wildstation Landshut
Schloss Strasse 21
3427 Utzenstorf
Tierspital der Universität Zürich, Klinik für Zoo-, Heim- und Wildtiere
Winterthurerstrasse 260
8057 Zürich
Notfalltelefon 044 635 81 11
www.tierspital.uzh.ch